- Avere consapevolezza di come si muovono le nostre energie nel quotidiano.
- Utilizzare il nostro intento per direzionare l’energia di cui disponiamo.
Queste possono essere le vie che ci insegnano a rallentare e quindi ad uscire dai nostri schemi e vivere.
Che ruolo ha nella mia vita lo sconosciuto seduto di fronte a me sul bus? Che influenza può avere nei miei pensieri, nelle mie emozioni e nelle mie azioni? Penso davvero che la mia esistenza (nascita-crescita-morte) sul pianeta Terra sia solitaria? Apparentemente si, ma fisicamente mi vien da dire NO.
Spesso ritrovo la mia mente che formula questo pensiero:
Cosa vuol dire “SIAMO UNO” di cui saggi, sciamani e spiritualisti parlano?
Che risposta logica e razionale si può dare alla mente affinché lasci in pace l’essenza di noi scimmie nude?
Così da poter vivere la semplicità dell’esistere?
“SIAMO UNO” lo associo a “nulla si crea, nulla si distrugge”, siamo in due a specchiarci, siam in due a creare la nostra realtà; senza il mondo manifesto io non avrei la possibilità di far esperienze nel corpo.
Un uomo “A” carico di rabbia nei confronti del suo datore di lavoro cammina per strada…sta per esplodere da un momento all’altro; un uomo “B” insicuro, remissivo, che si fa invadere facilmente il proprio spazio e che non riesce mai a dir di no per paura di ritrovarsi solo, cammina nella strada perpendicolare; svoltano l’angolo e si scontrano.
Risultato?
L’uomo “A” s’infuria nei confronti dell’uomo “B”, fa esplodere tutta la rabbia che aveva sentito fino al momento prima nei confronti del datore di lavoro e la vomita su chi ha di fronte adesso; l’uomo “B” si lascia invadere, ha paura, vorrebbe scappare ma è pietrificato, rimpicciolisce e vorrebbe sprofondare nella terra. Ipotizziamo che l’uomo “A” emetta una determinata frequenza semplicemente perché è arrabbiato: viso rosso, sangue che circola velocemente, mani calde, molta energia che scorre su e giù..possiamo immaginare che il campo che produce il suo corpo caldo produca (+) . L’uomo B, invece, probabilmente emette una frequenza diversa: schiena un poco ricurva per proteggersi il petto (cuore), mento verso il petto che chiude la gola (incapacità di comunicare?) estremità fredde, il suo campo potrebbe produrre (-) .
Abbiamo il proverbio “gli opposti si attraggono”, abbiamo il simbolo del Tao, abbiamo la donna e l’uomo.
Seguendo queste immagini possiamo dire che questi due uomini si sono scontrati in un incontro.
Ma la domanda che sorge è… perché si sono incontrati?
Energia creativa
Secondo diverse tradizioni antiche, tra le quali quella indiana, sciamanica e pensieri più occidentali, siam qui sul pianeta Terra incarnati per far esperienza.
Per fare questa esperienza ci viene dato un tot di energia da utilizzare.
Se decidiamo di non utilizzare questa energia in modo adeguato per la nostra evoluzione e la teniamo lì…dormiente…ecco che “la vita” prende in mano la situazione. L’evoluzione ha la meglio.
“Scontriamo” qualcuno che ci mette alla prova. Nell’esempio dello scontro fra A e B, da una parte abbiamo un uomo che ha la possibilità di vedere e sentire tutta l’energia che gli scorre in corpo e di cui dispone in ogni istante; poter decidere di usare questa energia in maniera più intelligente prendendo delle decisioni coraggiose per la sua vita e il suo lavoro invece che riversarle sul primo sconosciuto; dall’altra parte abbiamo un uomo che può decidere di utilizzare l’energia della paura (che è quella che potrebbe dare il senso di prudenza e attenzione) per essere accorto e preciso nel delimitare il suo spazio senza dare il diritto a chiunque di oltrepassarlo senza il suo consenso. A questi due uomini è stata data la possibilità di scegliere diversamente. Non di scegliere se scontrarsi o no, ma scegliere di vivere le proprie energie, in questo caso emozioni, con un livello di coscienza diverso.
Come mai una persona che si ritrova a essere vittima, continua a vivere situazioni in cui è proprio quello il ruolo che ricopre?
Eckhart Tolle nel suo libro “Il potere di adesso” risponde a questa domanda parlando del corpo del dolore che ha la necessità di mantenersi vivo e quindi si nutre di energia affine…dolore. Quindi si potrebbe dire che sono le frequenze che emettono i corpi di A e B ad attrarre tali situazioni. E’ questione di un attimo riuscire a captare il momento prima di entrare vorticosamente nello schema, nel pattern e subire la situazione appena creata senza poter ESSERE il proprio libero arbitrio.
Come si possono comportare A e B?
Portando attenzione.
Decidendo di vivere e sentire quell’energia che scorre nel loro corpo (+ e -) con consapevolezza, scegliendo di usare l’intelletto nel sentire, ascoltare e verbalizzare interiormente ciò che il corpo gli sta suggerendo.
Un’ altro esempio che tendo a fare è molto personale: dopo un periodo in Asia vado a trovare mio padre nel suo Ashram nelle Marche; mi viene richiesto di tenere una lezione ai suoi allievi riguardo alle esperienze e conoscenze avute negli ultimi due anni. Durante questa lezione, mi ritrovo un padre che mi dà contro per tutta la mattina…mi mette in difficoltà, mi fa dei tranelli davanti a tutti per screditare la mia conoscenza di base indiana ma di ricerca più contemporanea.
Cosa faccio?
Mi ascolto…osservo che vorrei alzare la voce e dirgli di stare zitto…non capisco…ho quasi le lacrime agli occhi. Accetto che una parte di me vorrebbe far quello, ma non la assecondo e decido di far prendere un’altra direzione all’energia della rabbia che sento in me; sorrido dentro notando come questa energia a mia disposizione, se guidata da intenzione e chiarezza, vada dove desidero: mi son ritrovata ad usare la mente molto più velocemente dell’usuale, in modo da poter dare risposte molto precise: vengono fatti collegamenti fra le varie tradizioni ancestrali del mondo, studi moderni e la mia, seppur breve, esperienza.
Cos’ho fatto in quei pochi secondi di vacillamento? Mi son presa la responsabilità di sentire ciò che sentivo e ho scelto di vivere la situazione diversamente.
Non riversando la rabbia su mio padre ho utilizzato l’energia creata dall’emozione per…CREARE.
Gli allievi comprendono; alla fine della lezione mio padre mi regala dei velati complimenti dicendo che un tempo non avrei retto il confronto…che in passato avrei pianto o gli avrei urlato contro.
Il potere dell’intenzione
Carlos Castaneda scriveva:
“Nell’universo c’è una forza incommensurabile e indescrivibile che gli sciamani chiamano intento, e qualsiasi cosa esistente nell’intero cosmo è assolutamente legata all’Intento da un legame ben preciso”.
Ciò che fa parte delle fondamenta della nostra realtà è il potere dell’intenzione. Partendo dal presupposto che la mente abbia una forte influenza sulla realtà: l’intenzione non è altro che l’arco che mira e la freccia che viene scoccata. La forza utilizzata per tendere bene l’arco è la carica emozionale.
L’arco è il pensiero.
La freccia è l’intenzione.
Con intenzione (freccia), carica emozionale (braccio) e pensiero (arco) creo la mia realtà con i colori e con le forme che più mi piacciono.
“L’Intenzione è il punto di partenza di un sogno. E’ il potere creativo che soddisfa tutte le nostre esigenze”. Deepak Chopra
Nelle Upanishad, antichi testi sacri indiani (Veda) il potere dell’Intenzione viene rivelato così:
“Tu sei ciò che è il tuo desiderio più profondo. Com’è il tuo desiderio, così è la tua intenzione. Com’è la tua intenzione, così è la tua volontà. Com’è la tua volontà, così è la tua azione. Com’è la tua azione, così è il tuo destino.”
Una volta che abbiamo dimestichezza nell’osservare con occhio interno e silenzioso dove vanno i nostri voleri e desideri (se sono degli automatismi o se son consapevoli, se sono sani e per la propria evoluzione o sono semplicemente egoistici…) scegliamo una disciplina che sentiamo coerente con i nostri principi: Yoga, Tai Chi, Ortho-Bionomy, Chi Kong, coltivare l’orto, Ayurveda, Reiki, danza…
Il suggerimento è di andare alle fonti, provare fin in fondo, essere aperti e critici.
Con l’esperienza che acquisiamo, ci creeremo una sorta di alfabeto che potremo utilizzare quotidianamente.
Io personalmente utilizzo l’alfabeto dei 7 Chakra e dei 5 elementi che, anche se apparentemente dividono l’Uno in vari settori, mi fanno fare delle esperienze che mi avvicinano all’Unione con il Tutto.
Dal Sri Vijnana Bhairava Tantra:
“Comunque all’inizio lo si immagina separato (l’ Uno), come passo preliminare per la sua conoscenza”
Vedo una rosa rossa.
Se mi sentissi sempre immersa nell’Uno, sentirei di essere me stessa e la rosa nello stesso luogo e tempo. Non avrei la curiosità di muovermi, avvicinarmi per sentire la fragranza di questo fiore che mi pervade il corpo nel respirarla…
Infatti sono incarnata sulla Terra con un corpo che giorno dopo giorno sceglie di volersi integrare sempre più, in modalità diverse, forse contrastanti.
Faccio esperienza dell’Uno attraverso questo viaggio nella dualità del mondo manifesto.
Gioco con il gioco.