“Prima di tutto, devi ascoltare il tuo ritmo e cercare di vivere secondo esso. Siate attenti a ciò che emerge dal profondo. Spesso, le nostre azioni sono solo imitazioni, adempimento di un’assunzione di dovere, o un riflesso di ciò che crediamo che un essere umano “dovrebbe” essere. Ma l’unica certezza che possiamo avere sulla nostra vita e sulle nostre azioni può scaturire solo dalla profondità del nostro essere.” – Etty Hillesum
Alcune delle più grandi intuizioni non duali sulla condizione umana sono state offerte al nostro mondo non da una pergamena antica, ma dalle pagine dei diari di una giovane insegnante di scuola ebraica olandese e mistica, che all’età di 29 anni sarebbe morta ad Auschwitz, Etty Hillesum. Visse a pochi isolati da Anna Frank, un’altra giovane profeta di speranza in tempi bui: i loro diari sarebbero diventati le scritture del XX secolo e oggi sono particolarmente toccanti poiché i bambini rifugiati sono ancora una volta tenuti chiusi in delle gabbie e le incursioni dell’ Immigration and Customs Enforcement negli Stati Uniti minacciano le comunità di immigrati.
“So che verrà un giorno nuovo e più gentile”, scrisse Etty, “E mi piacerebbe tanto vivere, se non altro per esprimere tutto l’amore che porto dentro di me.” E c’è solo un modo per preparare la nuova era, vivendola gia’ oggi nel nostro cuore”. La sua inusuale convinzione di poter abbracciare non solo la sofferenza che le e’ stata data, ed erigersi in solidarieta’ alla sofferenza della sua gente, ma lodare continuamente la vita ed esprimere l’amore che inondava il suo essere al punto di divenire “il cuore pensante del campo di concentramento”, ci offre un modello per plasmare la nostra epoca come cuori pensanti del nostro tempo, indipendentemente dalla crisi che affrontiamo.
In un tempo di grande oscurità e confusione, ha testimoniato il potere dell’amore e ha cercato di conciliare la grande realtà della sofferenza e l’apprezzamento per la bellezza e il significato della vita. “Nonostante tutto”, disse ancora e ancora, “la vita è piena di bellezza e di significato”. La sua determinazione ad affermare la bonta’ dell’esistenza nonostante,o forse proprio a causa, della profonda disperazione da cui era circondata, l’ha fatta divenire un’appello alle generazioni future.”In definitiva, abbiamo un solo dovere morale: recuperare vaste aree di pace in noi stessi, sempre più pace, e rifletterla verso gli altri. E più pace c’è in noi, più pace ci sarà nel nostro mondo travagliato”.
Etty è esempio di un’anima non intrappolata nella sua situazione devastante ed è un esempio della trasfigurazione che può derivare dalla danza nelle fiamme della condizione umana, indipendentemente dalle circostanze. Il suo invito a ogni epoca di apocalisse, ogni indicibile notte oscura, è quello di acconsentire interamente all’opera d’amore nei nostri cuori.
Il suo ultimo diario è stato gettato da un treno che la portava ai suoi estremi passi sulla terra e conteneva forse la sua più grande eredità spirituale per il mondo: “Dobbiamo essere disposti a comportarci come un balsamo per tutte le ferite”. Da figlia di un sopravvissuto all’Olocausto, spesso mi chiedo come siamo destinati a continuare ad andare avanti nel mezzo della non piccola parte della crisi offerta alla nostra generazione. La tenera e radicale saggezza di Etty si distingue come un prezioso promemoria per ascoltare e fidarsi della grazia al centro del nostro essere. E continuare a crescere l’uno per l’altro.
Vera de Chalambert