
Dopo quasi due mesi di cessate il fuoco, Israele ha rotto la tregua a Gaza, riprendendo le operazioni militari. L’entità sionista riprende il massacro in collaborazione con gli USA. Ha lanciato una massiccia campagna di bombardamenti, su una striscia di Gaza già distrutta, assassinando oltre 700 persone.
Un’esperienza relazionale come Matrika Consciousness Development non separa l’ambito dell’espansione di coscienza cosiddetto “spirituale”, dalle atrocità commesse dagli esseri umani sotto gli occhi di tutti. Ospedali, scuole, università, case, acquedotti, campi agricoli dilaniati dalle bombe. Ma una cifra, cosa importa… Quel numero, 700, morti, in pochi giorni, cosa suscita realmente in te?
Se quella cifra, 700, riguardasse il tuo conto corrente ti fermeresti un attimo, richiamerebbe di più la tua attenzione? E se fra quei morti ci fossero nostra madre o i nostri figli, come accade da 76 anni al popolo palestinese, cosa saremmo in grado di fare…
Di seguito il documento letto da una giovane donna palestinese gridando con voce straziante in una delle tante piazze in cui chi non è indifferente a questo genocidio si sta mobilitando:
Custodi della vita, guide della rivoluzione
“Il 21 Marzo nei paesi arabi si celebra la festa della mamma “Ruz-e Madar” e noi rendiamo omaggio alle madri palestinesi e alle figure materne che sono il cuore pulsante della nostra resistenza e della nostra speranza. In un contesto di occupazione e violenza quotidiana, le nostre madri non solo custodiscono le nostre tradizioni, ma proteggono la nostra vita, la nostra identità e ci guidano nella lotta per la libertà.
Le nostre madri non sono solo portatrici di vita, sono anche le pietre miliari della nostra resistenza, ogni giorno in mezzo ad un’oppressione che non sembra mai cessare, esse lottano per proteggere ciò che rimane della nostra terra, delle nostre case e del nostro futuro. La maternità palestinese non è solo amore, è una battaglia quotidiana , un’atto di resistenza contro un sistema, che ci vuole annientare, contro un’occupazione che cerca di distruggere tutto ciò che amiamo.
Nel 2025 mentre l’occupazione sionista continua a divorare la nostra terra e a infliggere sofferenza su Gaza e su tutta la Palestina, le madri palestinesi sono in prima linea ed ogni madre palestinese è una combattente che affronta l’oppressione e la violenza con forza e dignità.
Combattono per mettere al sicuro i propri figli, le proprie famiglie, per la libertà della nostra terra nonostante la distruzione inflitta da “Israele”. Ma la loro lotta sta anche nei piccoli gesti quotidiani, nell’educazione alla resistenza che trasmettono ai loro figli, nell’insegnamento di un amore che non si piega, nel prendersi cura delle loro case, delle loro comunità.
Le donne palestinesi sono le madri dei gloriosi martiri che hanno sacrificato la propria vita per la nostra madreterra, la Palestina. Come ha di recente scritto Anan Yaeesh in una dichiarazione spontanea del 1 Marzo, ” Quando la Palestina chiama, ferita, ha solo noi, suoi figli, disposti a difenderla con l’anima e con il sangue. Chi non difende la propria madre quando ha bisogno di lui, un domani non avrà il diritto di essere seppellito nella sua stessa terra, annaffiata dal sangue dei martiri. È un figlio indegno, che verrà respinto dalla sua stessa terra e non sentirà mai calore, né in vita né in morte.”
In Palestina la madre sacrifica la propria vita in difesa dei propri figli e figlie, in difesa della propria madre e la madre di tutti noi è la nostra terra.
Fanon ha dichiarato che, ad esempio la dottrina coloniale francese in Algeria è stata la seguente:”Se vogliamo distruggere la struttura della società algerina, la sua capacità di resistenza, dobbiamo innanzi tutto conquistare le donne”. Il modo in cui le donne sono state trattate dall’occupazione francese ha avuto un impatto sul modo in cui si è svolta la guerra, ed è stato impossibile per una potenza coloniale mantenere sotto il proprio controllo l’Algeria, perchè è stato impossibile per loro conquistare le sue donne sottomettendole alle norme ed ai valori europei,. Oggi la stessa strategia coloniale si ripete in Palestina dove spesso tra le vittime dei massacri, degli arresti e delle persecuzioni, vediamo una più alta percentuale femminile, perchè per distruggere il tessuto di una società bisogna combattere contro gli ideali e la fonte della società stessa che è la madre.
Oggi come ogni giorno onoriamo le madri palestinesi, la loro forza e la loro resistenza. Il loro ruolo non è solo quello di madri, ma anche di leader, visionarie e combattenti. Esse sono la colonna portante della lotta per la liberazione.”
Qumi_italia