Pensieri rivoluzionari sul profondo impatto dello Yoga nella società moderna
Crediamo a ciò che la scienza dice. La scienza detiene la verità del nostro tempo. Ma cos’è la scienza?
Per come la conosciamo è relativamente giovane nella storia dell’umanità. La scienza che soprattutto si interessa della materia esiste soltanto da 500 anni, un semplice battito di ciglia…nella storia dell’umanità.
Ma le sue origini sono molto più vecchie! Comunque sia oggi trattiamo la scienza come se fosse la parola di Dio! Siamo orgogliosi di esserci evoluti seguendo la scienza e ciò che questa classifica come la realtà.
Cosa significa? Un principio, una legge viene stabilita seguendo un particolare metodo di indagine, e la si considera verità solo se è possibile misurarla, calcolarla. E in seguito, sarà verificata grazie ad esperimenti che approveranno e attesteranno la validità della sua ipotesi. Quindi solo ciò che produce un risultato prevedibile è scientificamente valido. La prevedibilità è oramai il marchio di ogni verità scientifica, ciò che è riconosciuto come “fatto”.
E ciò che può essere studiato viene usato per “limitare, contenere” quello che può essere visto, toccato…la materia.
Oggi siamo un passo avanti, la “Nuova Scienza” permette anche di esplorare aspetti più sottili e le connessioni tra i fenomeni. In ogni modo la questione non ha ancora risposta. Quale sono quei principi usati per vedere, studiare, pensare, sperimentare “qualcosa”?
Tali principi sono nella mente dello scienziato. Sappiamo però che la mente è condizionata già nel momento del suo concepimento. Quindi nella fisica moderna sappiamo di misurare e sperimentare ciò che già è condizionato e influenzato dall’osservazione di colui che la attua.
Qualunque cosa sia vista, osservata scientificamente, passerà dai filtri mentali delle persone che, a loro volta, saranno già condizionate. Ma non è questo l’argomento che mi sta a cuore adesso. Piuttosto capire come l’intera nostra percezione della vita sia condizionata dal nostro ambiente (cultura, regole, scuola, genitori, società), praticamente tutto.
Da dove ci arrivano questi condizionamenti?
Torniamo indietro nella storia, o almeno ciò che intendiamo per la storia.
Persino se includiamo la preistoria, parliamo di appena 10.000 anni fa, al massimo. Ma gli umani come li conosciamo, homo sapiens, sono esistiti per almeno 200.000 anni. Milioni di anni fa c’erano solo umani (umano erectus non ancora sapiens).
Esseri che pensavano, lavoravano con utensili, avevano famiglia e“culture”.
Sappiamo molto poco di loro, anche se ne scopriamo sempre di più opere sofisticate ma, ahimè, oramai scomparse.
Persino la storia dell’uomo moderno è relativamente giovane.
Da dove nascono allora gli atteggiamenti e i valori dell’umano così come lo conosciamo? Pare che, all’incirca nell’età del bronzo (2300 AC più o meno), con lo sviluppo dell’agricoltura i valori siano cambiati. Con l’evento dell’agricoltura le persone cominciarono ad erigere confini e con questi la nascita del senso del possesso. Me, io. Ora era necessario proteggere il “proprio” cibo e i possedimenti divennero importanti (incluso il possesso delle donne e degli animali), oltre al conseguente impulso a difendere le proprietà personali. (Così il principio maschile cominciò ad oltrepassare il principio femminile…ma questo ora non ci interessa!)
Tale cambiamento nello stile di vita, come per ogni esperienza, ha avuto il suo impatto sulla mente modellandosi su condizionamenti diversi, creando così una certa, diciamo, “cultura”.
Ma quale cultura, quali regole sottintendevano a questo cambiamento?
Di fatto la sua espansione nel tempo è stata colossale. Questo crescente cambiamento riguarda una delle storie che hanno modellato la cultura occidentale.
Nella Genesi (la Bibbia) si descrive come Dio stesso dica agli umani di far propria la terra e tutto ciò che vive in essa, facendone proprio dominio.
Non solo Dio diede il permesso ma comandò di usare (potremmo dire sfruttare, rendere in schiavitù tutto ciò che abita la terra, quindi al limite anche uccidere ciò che si frappone, inclusi anche esseri umani)
Ci siamo chiesti cosa sia successo a questo punto in termini di evoluzione?
L’umanità prima viveva in un paradosso, in armonia con la Natura, ed ora veniva cacciata da questo Paradiso!?
(Restiamo su questa riflessione anche se non sappiamo perché nè percome?!)
In termini di evoluzione antropologica c’è un passo premeditato, voluto, dove l’umanità dal suo vivere in accordo con la Natura, ora diventa tanto forte da dominarla.
Prima di questo passaggio incisivo, ovviamente, l’umanità si relazionava alle forze superiori, Natura, Dio e ne seguiva la guida.
Ma ora l’uomo pensa di essersi separato, anzi, reso autonomo, e il proposito è quello di usare tale civiltà per controllare e avere il massimo profitto.
Eccoci al paradigma, alle basi del pensiero che, eventualmente, ha portato all’abuso di questo potere.
Lo stesso che ci conduce alla nostra storia e alla devastante condizione in cui si trova il mondo oggi, sull’orlo del suicidio.
Antropologicamente parlando non tutti gli umani hanno seguito questo precipizio, per fortuna. Se una parte ha aderito, l’altra ha continuato a vivere in amicizia con la Natura, ancestralmente, sino al momento in cui il ”nuovo umano” li ha cacciati o uccisi.
Ma alcuni hanno trovato il modo di restare fuori dai devastanti effetti del “nuovo umano” e non sono stati toccati dalle conseguenze del suo agire.
Contenti, in salute, e sino ad oggi, ancora non hanno bisogno del cellulare perché ancora capaci di comunicare telepaticamente.
Nessun bisogno della televisione e delle notizie meteo, perché conoscono il comportamento della Natura.
Non hanno bisogno di ospedali perfettamente attrezzati perché hanno una profonda conoscenza della medicina e di come curare le malattie sul nascere (e molte meno di quelle di cui soffre l’uomo moderno).
Hanno sviluppato una profonda conoscenza del saper curare e prevenire.
Hanno imparato a sviluppare sé stessi grazie alla Natura e non la materia, non impoverendosi così basando le loro conoscenze sulla mera tecnologia.
Le loro menti non sono state condizionate dai molti messaggi sociali e culturali per cui la materia è solo ciò che conta!
Tale è il paradigma che viviamo oggi: ci consideriamo superiori e purtroppo non insieme nella possibile unica via della cooperazione. Finiamo quindi per distruggere tutto e tutti.
Il paradigma culturale è così prevalente e dominante che finisce per modellare le nostre menti condizionandole.
Il modo per salvare il mondo, l’umanità, è cambiare questa impronta culturale.
Quella culturizzazione di cui tutti abbiamo sofferto.
Perché parlo di tutto questo in relazione allo Yoga?
Gli antichi saggi. I Rishis, già dall’inizio dei tempi avevano visto e intuito tale dilemma. Infatti la parola Yoga viene usata, nelle Scritture, per la prima volta, nei RigVeda (5.8.11)
Dice;
“Uniscono la mente nello Yoga
Uniscono l’intelligenza nello Yoga
Loro i grandi saggi che appartengono alla perenne saggezza”
Cosa significa? Significa che gli antichi saggi (Rishi) avevano visto come la mente umana si dirigesse in direzione contraria e trovarono modi per controllarla, addomesticarla e ridirigerla a quell’unico potere che è la sua stessa origine, dove vive in armonia con tutto, nell’Uno (il Divino, la Natura…chiamate come volete questo potere ultimo).
Questa è l’origine dello Yoga, lavorare sulla mente, controllare la mente.
Diciamo quella parte della mente che è stata condizionata, danneggiata dai condizionamenti culturali che dicono all’uomo di essere il padrone della stessa Natura!
Questa impronta culturale (di una cultura sbagliata) è ciò che ci fa soffrire in milioni di modi. Ma se i Rishi già sapevano, diciamo nel 2000AC, cosa non ha ha funzionato?
Perché i nuovi umani uccidono, ed hanno ucciso gli altri umani che non si sono integrati o quelli di cui non sono riusciti ad approfittarsi e quindi senza alcuna attenzione verso gli avvertimenti della saggezza.
Tuttavia questa saggezza non potrà mai essere modificata, ne tacitata.
Ancora è viva nelle popolazioni indigene e negli Yogis di tutti i tempi che, richiamano la nostra attenzione verso il fenomeno che causa così enorme danno alla stessa Creazione.
Particolarmente l’indottrinamento dell’uomo rispetto al proprio potere sulle forze dalla Natura, verso gli altri. Egli infatti si ritiene la corona nella scala dell’evoluzione.
Ma questo è in contraddizione con il perenne cambiamento della vita che è un continuo processo in divenire.
Se si ferma c’è solo morte!
Quale pensiero irrazionale, stupido e megalomane! Ma lo abbiamo accettato come nostra verità di base.
L’uomo la corona dell’evoluzione…? Significa che non ci sarà modo di evolversi ancora e oltre?!
Fine della strada! Quindi stagnazione o umani rimpiazzati da umani artificiali, geneticamente modificati, ovvero regressione.
Ed è ciò che accade, l’uomo attuale potrà essere rimpiazzato da versioni geneticamente modificate…oppure morire! E la scienza (quindi sempre l’uomo) è ben orgoglioso di questo.
Si l’uomo stesso così si evolverà!
Soltanto i popoli indigeni, non inquinati né infettati da alcuna cultura sono riusciti ad evolversi e sopravvivere, se almeno ancora non li abbiamo uccisi tutti.
Sin dall’inizio lo Yoga ha offerto una alternativa, puliamo la nostra mente da quei meccanismi di separazione, superiorità, esclusione.
Diventiamo consapevoli e lasciamo andare la nostra attitudine a sempre prendere, prendere…l’avidità e l’aggressione, sviluppando una mente che sia Chitta Prasadam…tollerante, pacifica, in armonia con tutto ciò che è.
Questo è andare avanti, verso un nuovo avanti!
Ovvero Yoga nel suo significato originario, la saggezza della nostra mente, e come poterci evolvere verso qualcosa più alto, oltre.
Tale è la “perenne Saggezza” per cambiare il nostro paradigma culturale, nella nostra mente. Quel paradigma che si ora ha portato la società al presente impatto suicida.
Riconoscendo tale perenne saggezza potremo aiutare noi stessi e gli altri, creando uno tsunami di consapevolezza, quello che ci porterà avanti, verso un “nuovo avanti”.
Swami Nityamuktananda