“Siamo tutti prigionieri della nostra mente”, ammonisce Ram Dass, “accorgersene è il primo passo verso la liberazione”, la Realtà ordinaria è illusoria, sostiene il buddismo: “ L’essenziale è invisibile agli occhi” recita il Piccolo Principe di Saint Exupèry, dobbiamo tenere a bada i predatori della prima attenzione, insegna Don Juan a Castaneda.
L’iconografia Cristiana ci tramanda un salvatore che indica il suo cuore, il Sacro Cuore, mentre i vangeli recitano: “ Se non farete del due l’uno non entrerete nei cieli”.
L’umanità agli occhi dei maestri risvegliati sembra dibattersi nelle ombre dell’incoscienza, Ken Wilber, uno dei più prolifici ricercatori odierni della coscienza, sostiene, prendendo in esame la storia del pensiero umano che l’errore fondamentale della società odierna sia la separazione tra soggetto e oggetto.
Innumerevoli sono le testimonianze per le quali lo sguardo duale sulle cose sembra dimorare saldamente alla radici della sofferenza umana.
La “l’Italia giocava alle carte nei bar” potremmo cantare con Gaber, dal momento che la scienza del nostro tempo sembra credere di potere del tutto ignorare la questione.
Sono diversi tuttavia gli approcci, fondati prevalentemente sulla meditazione che cercano di rendere l’essere umano consapevole della Madre dei suoi problemi: il giudizio.
La Biotransenergetica (BTE), una disciplina dal nome complicato che vuole rendere semplice lo sguardo sulla complessità dell’esistenza cercando di coglierne l’essenza, propone otto Chiavi di Consapevolezza per aprire la porta sulla luce che dimora oltre la soglia del nostro piccolo Io e delle sue difese.
Chiavi di Consapevolezza
Le Chiavi di Consapevolezza vanno considerate delle non-strategie degli strumenti vogliono guidarci ad accorgerci dell’essenziale, a svelare il velo della Coscienza dell’Unità e quindi delle matrici stesse del nostro malessere.
La consapevolezza secondo la BTE si situa al confine tra Realtà e Verità e le chiavi sono dei modi per accedere e trascendere tale confine.
Esse sono:
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Passaggio dallo zero
Siamo come i pesci nel mare, avvolti da un ambiente che ci avvolge, nutre e protegge, per quanto possiamo sentirci persi o sofferenti, siamo a casa, lo siamo sempre stati e sempre lo saremo.
Questo fatto è sotto gli occhi di chiunque lo voglia verificare, di chiunque sia disposto a scomparire a tutto ciò che riesce ad osservare.
Persistendo nel contatto con noi stessi per il tempo sufficiente e lasciando fluire, la nostra mente si svuota, i falsi bisogni svaniscono, le diverse persone, i ruoli, le maschere che ci siamo costruiti addosso si dissolvono, alla fine ritroviamo sempre e solo noi stessi, la nostra essenza, il nostro vero Sé. In fondo al tunnel compare la luce, sempre, così come dopo la notte più buia arriva l’alba, sempre. Persistendo nel contatto e lasciando fluire le tensioni croniche del nostro corpo, depositarie dei traumi del passato e degli attuali conflitti dell’io, si sciolgono, le nostre identificazioni emotive rivelano la loro inconsistenza, i nostri pensieri e i nostri giudizi perdono il loro potere alla luce della loro vera natura illusoria.
Ci ritroviamo a casa.
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Oltre la mente
Oltre la mente significa trascendere il confine della mente ordinaria che, attraverso il dualismo, crea una realtà illusoria, sede del giudizio, delle identificazioni, della malattia, dell’agguato. Significa accorgerci dellla differenza di guardare il mondo con gli occhi della mente o con gli occhi del cuore.
Valicando tale limite si giunge nella dimensione del Sé, attraverso l’osservazione consapevole è possibile riconoscere che il problema si dissolve in quanto ci si accorge che è la mente stessa che lo ha creato.
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Modo Ulteriore
Il Modo Ulteriore rappresenta una modalità di conoscenza che trascende la prospettiva duale della coscienza ordinaria in quanto integra gli opposti e fornisce visione unitiva dell’esistenza.
Si realizza i l Modo Ulteriore ogni volta che si coglie il versante complementare di ciò che è manifesto, quando si coglie la luce dell’ ombra, o l’ombra della luce, il vuoto del pieno o il pieno del vuoto, l’alto del basso o il basso dell’alto, il dentro del fuori o il fuori del dentro, l’opportunità nel problema, il problema nell’opportunità, la forza nella debolezza, la debolezza nella forza: facendo del due (ciò che è separato) l’uno (ciò che è integrato) si accede all’Essenza, alla dimensione del Sé.
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Persistenza del Contatto
La Persistenza del Contatto implica l’osservazione e l’accettazione della condizione di limite che blocca il fluire dell’essenza.
Rimanere in contatto con il limite significa riconoscere le strategie di fuga (meccanismi di difesa, ricerca di risposte, giudizio) e restare. Restare, arrendersi all’esperienza, apre le porte di un mondo e libera il potenziale creativo in esso racchiuso.
Il processo di trasformazione si attiva quindi “semplicemente” osservando e accettando il vissuto esperito, esperienza che sottende quello che in BTE è chiamato ciclo primario: Osservazione-Accettazione-Consapevolezza.
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Padronanza del Transe
Siamo sempre in Transe, l’universo è in Transe. Siamo sempre cioè in un dialogo partecipativo, dinamico e interconnesso con l’altro. Padroneggiare il Transe significa diventare l’altro, espandere la coscienza fino a condividere il vissuto dell’altro o di una parte di noi stessi come ad esempio della nostra bambina interiore oppure di un disagio o di un problema e lasciare che si esprima liberamente.
La Padronanza del Transe permette alle strutture conservative dell’Io di manifestarsi e di mostrare il dualismo all’origine del conflitto che risiede nella mente razionale.
Diventando l’emozione, il blocco energetico, la tensione muscolare, il pensiero negativo, diventando l’altro, si trascende ogni illusoria separazione e si svelano qualità sottese, si mostra la polarità nascosta dell’ombra.
Tale processo di trasformazione si realizza attraverso quello che in BTE viene chiamato ciclo secondario: Contatto-Mobilizzazione-Direzione-Trasformazione.
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Libertà dal Conosciuto
La chiave di consapevolezza Libertà dal Conosciuto indica che l’accesso alla Verità rispetto a Se stessi è realizzabile abbandonando tutte le identificazioni che derivano dai traumi della storia personale.
I Transe cronicizzati, ovvero il conosciuto, si manifestano sui cinque livelli del Sé come corazze fisiche, energetiche, emotive, mentali, spirituali e rappresentano l’interferenza della piena espressione del Sé.
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Transe Organismico
Il Transe Organismico è la condizione armonica che si crea quando i diversi piani del Sé entrano in risonanza tra loro e con il tutto.
Lasciando le identificazioni e liberandosi dalle corazze si creano le condizioni per il processo di trasformazione e quindi si realizza il passaggio da un Transe cronicizzato a un Transe armonico, fondamento del benessere e del pieno compimento di Sé.
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Contatto con le forze archetipiche
In BTE, un qualsiasi vissuto personale non è letto solo in chiave egoica, con riferimento alla sfera biografica, ma anche in un’ottica transpersonale come espressione più o meno armonica di un campo di forze.
Il sintomo è un simbolo che racconta dell’individuo ma anche dell’archetipo, della forza elementale o spirituale in gioco.
Attraverso il contatto con la forza, la persona può riscoprire in sé le sue qualità archetipiche, ovvero le sue risorse creative, le sue potenzialità, la sua dimensione più autentica.
P.L. Lattuada MD., Ph.D., Psy.D.