Di recente parlavo con una sorella su come l’andamento serpenteante della Serpente le provocasse disagio. Da qualche giorno faccio echeggiare in me le sue parole e le sue sensazioni per poter comprendere meglio l’archetipo di tale animale. Personalmente ho un rapporto molto intenso con i serpenti: camminando per mattonate rosse sulle alture di Genova, ben tre volte, da ragazzina, mi son caduti addosso.

Ovviamente mi spaventai, ma mai per più di un secondo. Sono estremamente affascinata dalla vibrazione che questo essere vivente emana nel suo modo di attraversare la terra: un movimento sinuoso, oscillante e assai preciso nella sua direzione. Nell’osservare il suo andamento, più volte son stata “ipnotizzata” dal suo saggio potere ancestrale. Ogni volta che la retina dei miei occhi è stata benedetta dal suo movimento, ho percepito e imparato qualcosa in più sul tempo, sull’energia e sul desiderio. Dunque questo scritto non vuole essere un saggio sull’archetipo della Serpente, ma ciò che io ho imparato dalla sua vicinanza nel mio cammino.

La Serpente mi ha insegnato a rispettare la ciclicità della vita 

Il suo movimento oscillante che “sale e scende”, sembra racchiudere in se l’invito a ricordarmi che tutto nella vita racchiude momenti di gioia e di dolore. Essere disponibile a comprendere che, per quanto salgo nella gioia, altrettanto ho da tuffarmi nelle mie ombre. E per far si che quest’ultime non agiscano inconsapevolmente nel mio inconscio, la Serpente m’invita a inoltrarmi con presenza in quei tempi e spazi in cui emergono le ferite transgenerazionali del mio lignaggio. Questi tempi li possiamo incontrare scegliendo volontariamente di conoscere e rispettare la ciclicità del giorno e della notte o delle stagioni o del ciclo mestruale o della ruota dello zodiaco o della Luna o di Venere… Così facendo potrebbe succedere che la mia vita non sarà più ritmata da momenti di gioia catartica e da momenti di depressione totale inconsapevole che non mi fanno stare in un contatto presente con il mio corpo. Potrei invece, ciclo dopo ciclo, incorporare in me il movimento sinuoso ed equilibrato della Serpente che rimane morbida con se stessa e che va in una direzione precisa.

Anche se effettivamente, una mattina, ho avuto il piacere di non vedere questa direzione così precisa: passeggiavo nei miei amati colli liguri e d’un tratto sentii dei tonfi ritmici a seguito di fruscii sospetti alle mie spalle. Mi voltai per capire cosa creasse quei suoni ed ebbi il piacere di essere deliziata da due bisce in amore, selvaggiamente avvinghiate l’una all’altra, che rotolavano sul del colle senza badare a cosa e chi ci fosse intorno a loro. Completamente inebriate nel piacere dei sensi emanavano una grande potenza erotica sessuale creativa, un inno alla vita al di là dello spazio*tempo!

 

La Serpente mi ha insegnato a bruciare le rigidità del tempo lineare

Nel momento in cui scelgo di seguire un tempo ciclico rispetto a un tempo lineare, che spesso ha uno scopo dettato dai miei traumi non del tutto risolti, sto consapevolmente purificando e “bruciando” la rigidità dei miei comportamenti abitudinari non funzionali al mio cuore. Nel bruciare queste rigidità con il fuoco della volontà, ammorbidisco quella che era una linea “incurvabile” del tempo e la rendo più sinuosa e piacevole. In questo processo di purificazione del corpo nello spazio*tempo, uscendo dalla dissociazione della mia mente, ho la possibilità di liberare un quantitativo di energia che finalmente potrà essere biodisponibile e quindi potrà nutrire il mio sistema mente*corpo*anima. Ciclo dopo ciclo, posso osservare il mio percorso non tanto come un lungo processo di vita che va incontro ad una “morte finale”, ma più come un processo di vita*morte*rinascita ciclico giornaliero, mensile, stagionale o annuale che può incontrare il piacere per quel che è.

Sessualità

Creatività

Denaro

Come risuonano in te queste tre parole? In astrologia queste tre parole parlano della stessa cosa: il piacere… Il piacere può essere il fondamento di un Eros che desidera ma che al giorno d’oggi è colonizzato dalla violenza e dalla violazione del nostro spazio sacro. Il senso di colpa e la vergogna sono complici del quasi quotidiano e inconsapevole “auto attacco” che c’infliggiamo e che risiede inconsapevole nell’ombra. Tutto ciò potrebbe limitare la possibilità di ricevere. Ricevere il femminile, ricevere il sole, ricevere il denaro…

Ancora una volta osservo come il movimento sinuoso serpenteante della Serpente, racchiude una ciclicità non a circuito chiuso, ma che si svolge nel tempo e si muove nello spazio in una direzione orientata al piacere del percepire.

La Serpente mi ha insegnato a purificare il mio desiderio

Il desiderio è cosa immensa. Un calderone di amore, sfide, rimpianti, successi, abusi, ambizioni, impulsi, dominio, gioia e manipolazione che mi è stato donato dall’ albero genealogico. Il desiderio ha mosso come uno tsunami il mio corpo, il mio cuore e la mia mente anche in tempi in cui il mare dentro sembrava calmo. Forse perché in quei momenti non incontravo consapevolmente l’ombra dei miei desideri? Esiliavo volentieri, in luoghi lontani della mia psiche, il ciclico bisogno di esplorare e dar voce a ciò che erano i miei desideri, quelli sani e quelli malsani, quelli giusti e quelli sbagliati, quelli in ombra e quelli in luce. Prendendomi un mensile spazio per poter esplorare l’inframondo dei desideri dentro di me, mi concedo di sentirmi più autentica e vulnerabile, più selvaggia e indomabile, più amorevole e gentile. Gradualmente succede quel qualcosa di cui varie mie insegnanti mi parlano: il desiderio passa da essere “oggetto” a “soggetto”.

Naturalmente mi trovo ancora a desiderare oggetti o situazioni al di fuori di me, ma succede che finalmente riesco a fermarmi, rallentare e chiedermi: “Chi è che desidera?”. Questa domanda ha il potere di creare un processo alchemico che spazza via ciò che è inutile al mio percorso di vita*morte*rinascita. Farmi questa domanda in spazi protetti e sicuri mi porta a lasciar andare la mia vecchia pelle, ciò che non è funzionale alla mia gioia e al mio voler far parte di un “ordine” di bellezza nel mondo, dove per “ordine” intendo la magia della geometria sacra che crea e vibra nella nostra realtà: la spirale creata da un germoglio che nasce dalla terra, la precisione di una ragnatela che luccica al sole dopo la pioggia, la luce del sole che si riflette nel mare notturno attraverso la luna.

Io vibro questa bellezza.

Io emano questa bellezza.

Il desiderio passa da “oggetto” a “soggetto”.

Io sono la mela rossa.

Io sono il desiderio evolutivo della mia anima.

ஓம் நாகராஜாய​ வித்மஹே

சக்ஷுஷ்ஸ்ரவநாய​​ தீமஹி

தன்னோ ஸர்ப​ ப்ரசோதயாத

Mantra in Tamil dedicato a Naga, La Serpenta, affinché possa proteggere e benedire chi lo recita

La Serpente mi ha insegnato a creare spazi di guarigione che seguono la ciclicità della Luna, di Venere, delle stagioni e delle Dee tantriche Indù

E’ qualche anno che in autunno apro uno spazio di esplorazione al femminile dei mesi autunnali e invernali (Il “Percorso della Serpente”), in cui facilito la connessione con il momento “ombra” più saliente dell’anno: la notte dei morti, Samhain, il momento astrologico e terreno in cui il velo fra il visibile e l’invisibile si fa più sottile. In quest’occasione abbiamo la possibilità di onorare le nostre ancestre e i nostri ancestri dichiarando a voce alta chi siamo, il desiderio evolutivo della nostra anima e cosa stiamo facendo. Con la nostra autenticità, illuminiamo e nutriamo il nostro albero, decidendo volontariamente di non seguire i pattern disfunzionali ereditati. Da questo onorare la presenza delle ancestre, si crea la possibilità d’inoltrarci nelle nostre ombre con naturalezza, senza troppo sforzo, per crearci una vita orientata alla gioia. Una gioia che non si dimentica della ciclicità ma che onora le fasi della vita, le stagioni, gli aspetti benevoli e terrifici del femminile. Un movimento ciclico tridimensionale spiralico serpenteante.

Mi rendo conto che La Serpente può far emergere paura perché c’invita a mostrarci tanto manipolatrici e fragili come amorevoli e di cura. Ma nel momento in cui ci mostriamo nell’autenticità, non avremo il bisogno di nascondere nel nostro inconscio l’ombra. Per mostrarci autentiche non possiamo farlo solo incontrando le nostre ombre in solitaria. Siamo esseri relazionali ed è proprio tramite le relazioni che possiamo incarnare la vibrazione dell’autenticità. Non abbiamo più bisogno di farci guidare dalla vergogna e dal senso di colpa, possiamo ammettere che abbiamo ereditato delle ombre ma che ci stiamo mettendo attenzione con cuore nell’incontrarle anche nel non giudizio. Questi potrebbero essere i primi passi d’integrità che possiamo attuare durante l’autunno e l’inverno nell’archetipo della Serpente, che ha tutto il corpo sempre in contatto con la Terra mentre scorre lenta ed è in ascolto. Ovviamente, nella ciclicità delle stagioni e della ruota dello zodiaco, in primavera, dopo aver cambiato pelle, la Serpenta ha la possibilità di trasformarsi in Giaguaro e poi in Aquila… Ma ne parleremo l’anno prossimo!

Concludo questo scritto con l’ultimo episodio d’incontro con la Serpente che ho avuto quest’anno. In questo caso scrivo della Serpente più velenosa dell’area della foresta Amazzonica in cui son stata 45 giorni quest’anno. Stavo camminando con i miei compagni di viaggio lungo una stradina per raggiungere un altro villaggio. In lontananza vengo attratta dal tipico movimento sinuoso che tanto mi risuona, i miei compagni son ancora ignari, quindi li avviso. Mentre li avviso, osservo la naturalezza in me di tirar fuori il cellulare per avvicinarmi a Lei con calma, per l’ennesima volta ipnotizzat, e fare un video da molto vicino al meraviglioso animale… Per poi appunto scoprire dopo qualche ora che era il più velenoso di tutti! Ma quei mesi in foresta mi hanno insegnato molto su come ogni veleno in realtà sia una medicina se preso nel tempo, nello spazio e nel desiderio del cuore.

La Serpente chiama a sé…

Buon Autunno!

Nadeshwari Joythimayananda

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