Da studiosa di Astrologia, da tempo mi sono posta una domanda a cui cercherò di dare risposta. E’ risaputo che gli antichi, che pure avevano una buona conoscenza del cielo e dei suoi “abitanti”, erano in grado di osservare ad occhio nudo i pianeti del Sistema Solare fino Saturno, non essendo possibile spingersi oltre per la mancanza di strumenti ottici di là a venire.
Inevitabile che sulle spalle del povero Saturno venissero riversati tutti i significati e gli avvenimenti malefici che la vita, allora come ora, proponeva: una guerra sanguinosa, una malattia mortale, la grandine che distruggeva i raccolti, un parto difficoltoso, tutto era ascrivibile all’azione di questo pianeta severo e penalizzante, se mai aiutato dal volenteroso Marte che di suo aveva un bel caratterino per niente tranquillo.
Ma ad un certo punto della storia umana entra in campo un nuovo pianeta scoperto casualmente nel 1781 da un astronomo inglese: Urano, nome di una divinità antica poco accomodante, compie l’intero giro dello Zodiaco nel corso della vita umana ed è quindi è un anello di congiunzione tra il tempo a misura d’uomo e i tempi storici di Nettuno e Plutone, che verranno scoperti in seguito. Siamo alla vigilia della Rivoluzione industriale che trasformerà la vita di molti con l’introduzione di macchine per la produzione di merci e gli spostamenti, dell’elettricità, del passaggio dall’agricoltura, come unica fonte di approvvigionamento, all’industria. Ad Urano, per analogia con la Rivoluzione Francese che seguirà di pochi anni la sua scoperta, verrà attribuita una funzione dinamica esercitata anche con modalità drastiche, in aggiunta a grandi capacità organizzative e tecniche.
Più di 50 anni dopo verrà avvistato un altro grande pianeta cui spetterà il nome del dio Nettuno: siamo in piena epoca romantica con la musica che occupa un posto importante nella vita artistica europea, le guerre di indipendenza che coinvolgono molti stati e molti patrioti idealisti. Di nuovo per analogia, a Nettuno verranno attribuite caratteristiche di sensibilità, di idealismo, di irrequietezza spirituale e curiosità verso il nuovo, di capacità evolutiva e di metamorfosi.
Nel novecento, alla vigilia della seconda guerra mondiale che ha visto per la prima volta l’uso di ordigni distruttivi potentissimi, ecco che viene avvistato un pianeta nano a cui viene dato il nome della divinità degli inferi: Plutone. Piccolo, ma potente, e simbolo del seme che feconda con quella spinta a procreare presente dal regno vegetale a quello animale e umano: è il principio vitale che cerca una forma; non casualmente il secolo scorso ha visto la crescita della psicanalisi, ed ecco che di nuovo, per un processo analogico, l’inconscio è stato associato a Plutone.
L’aggiunta di questi tre pianeti nell’analisi di un Tema Natale ha dato una spinta notevole all’interpretazione che si è adeguata agli avvenuti mutamenti sul piano sociale, politico ed economico. Ed è qui che sorge la mia domanda: è un caso che le scoperte siano avvenute in concomitanza con avvenimenti che hanno portato importanti cambiamenti nella vita di milioni di persone ? O piuttosto c’è un legame stretto, come già avevano ipotizzato gli antichi iniziati tra il “Cielo e la Terra”, per cui a mutate condizioni sulla terra corrispondono mutate conoscenze del cielo? Sono propensa a pensare che ci sia un nesso non casuale che stabilisce una connessione tra tutti i componenti cosmici, nella visione di un Tutto-Uno.
In questa ottica come è possibile decifrare l’ultima scoperta in ordine di tempo di un altro pianeta nano ai confini del Sistema Solare? Infatti nel 2005 è stato avvistato un pianeta di poco più piccolo di Plutone al quale è stato dato il poco tranquillizzante nome di “Eris”, divinità greca della discordia, ma anche capace di stimolare gli uomini a superare i loro confini e limiti.
Ma prima di esaminare gli eventuali legami tra Eris e i possibili scenari futuri, vale la pena di valutare se le spinte di Urano, Nettuno, Plutone, siano state armonizzate all’interno della vita umana. Ad una prima occhiata sembrerebbe che Urano la faccia da padrone, con l’accento posto sempre di più sulla tecnologia che avanza e a cui il genere umano stenta a tenere il passo, ripiegando spesso verso fughe in paradisi artificiali (terra di Nettuno), o lasciando inattivo il proprio potenziale creativo (terra di Plutone). Ma non disperiamo, una auspicabile crescita in consapevolezza può ancora cambiare le carte in tavola.
Vediamo piuttosto quali sono i pericoli all’orizzonte: proprio il grande sviluppo tecnologico che ha portato scoperte utili in campo medico, industriale e della comunicazione, nasconde un lato oscuro. Mi riferisco agli esperimenti che stanno avvenendo da qualche tempo presso molti laboratori per dotare gli umani di super “poteri”, grazie a commistioni con nanotecnologie, e all’avanzamento nella produzione di robot che sostituiscano in tutto e per tutto i lavoratori in molti campi, con noncuranza per le ripercussioni sociali ed economiche che cadrebbero sopratutto sui più disagiati, e per i pericoli di instabilità a tutti i livelli. C’è da sperare che il vecchio Saturno, simbolo anche di saggezza, si riprenda un poco il posto privilegiato che aveva nel passato.
Germana Accorsi
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