E’ arrivato, quel momento di cui ho sempre sentito parlare e che varie parti in me hanno silenziosamente temuto.
Ne vorrei parlare in un modo forse poco lineare, per niente razionale, in termini di primordio. Una shakti (energia vitale) così potente che manda in tilt il sistema mente*corpo che ti ha contraddistinto fino ad ora. Un tornado chiamato vita, ti prende, t’ingoia e ti mastica senza fare domande. Da che avevi dei progetti, dei concetti e delle direzioni, che per il tuo cuore e per la tua mente avevano un senso definito ben percepito nel corpo… BAM!
Tutto viene spazzato via, niente ha più importanza, o almeno, tutto passa in secondo piano e ti ritrovi a nuotare in un mare in tempesta che s’infrange sugli scogli al tramonto. Tu sei lì, che non sai se tentare la sorte, calcolare il ritmo delle onde che ciclicamente ti danno uno “spazio salva vita” in cui sono lievemente meno alte, per provar a metterti in salvo atterrando più o meno malamente su uno scoglio con qualche ferita sanguinante. Oppure potresti nuotare controcorrente al largo, verso l’ignoto e sconosciuto grande mare. O ancora, potresti perderti nella meraviglia dei colori che si sprigionano dalle miriadi di goccioline d’acqua che riflettono il sole caldo del tramonto mentre le onde s’infrangono sugli scogli.