Di cosa è fatta una relazione? Immaginando una materia viva, come fosse l’acqua di una sorgente, un prato verde o le ali di una farfalla, questa può essere ferita, si può rimarginare? Come accade?
Possiamo dire che una relazione accade dove c’è una soglia, un attraversamento?
Un passaggio mette in chiaro i termini di ciò che lega, lì dove accade qualcosa. C’è relazione se si manifesta qualcosa nel transito. Un passaggio lo possiamo immaginare come da esterno a interno e viceversa. Qualcosa riverbera in un fuori e si genera l’idea di un dentro, come un riflesso inscritto negli eventi che transitano sulla soglia.
Ci chiediamo: in che relazione siamo con noi stesse e con le altre e che grado di consapevolezza abbiamo in relazione agli eventi che ci determinano?
Una guerra lontana, una calamità dall’altra parte del mondo, in che relazione sono questi eventi con la nostra vita quotidiana, come influenzano il nostro sguardo sulle cose?
Una situazione personale scomoda ci impedisce di agire e portare il nostro contributo nel mondo: come lo viviamo? Come integriamo differenze e dissidi?
Viviamo immersi in un immaginario collettivo che riflette determinati codici storici, un ambiente culturale dove ad esempio se si nomina Venere, la Dea dell’Amore e del valore nella relazione, ci immaginiamo la Venere bianca e bionda di Botticelli.
A volte l’intorno può rivelarsi ostile, potremmo non condividere dei valori e questo potrebbe creare attriti. A volte riconosciamo il valore di ciò che abbiamo solo quando l’abbiamo perduto, a volte diamo valore a qualcosa che poi ci rendiamo conto non ne aveva. A volte qualcosa che sembra dannoso può rivelarsi provvidenziale.
Le relazioni a cui diamo valore tendono a nutrire e orientare il cammino che ci fa diventare cio’ che siamo, ci aiutano ad esprimere al meglio il nostro presente. Come imparare insieme dunque a tessere valore, a riconoscere ed essere degni delle nostre potenzialità?
Tutto questo può alludere a identità, appartenenze, limiti e confini. Animare pratiche comunitarie che abbraccino un’etica basata sulla fiducia.
Se chiudiamo gli occhi e stiamo in ascolto in un prato d’estate: il profumo dei fiori, il calore del sole, il battito del cuore, e la gentilezza di una voce, la nostra o quella di un amico o di una amica. Possiamo sentire che tutto co-diviene, accade e si dispiega in noi e fuori di noi simultaneamente, forse possiamo sentire insieme che siamo di questa terra, e che siamo proprio in virtù del fatto che non ci apparteniamo.