L’immagine moderna della donna legata agli stereotipi della società attuale è responsabile di una visione distorta del femmineo. A partire da canoni fisici a quelli comportamentali, il gentil sesso o sesso femminile è canalizzato sin dai primi giorni di vita verso una depauperazione progressiva del suo aspetto naturale, anticamente connesso nell’immaginario collettivo alla prosperità e all’abbondanza, oggi invece rappresentato da concetti completamente antitetici come magrezza e mancanza di forma.
La donna legata alla ciclicità della vita per natura, incarna energeticamente gli aspetti più mistici del divino, tra i quali la capacità di creare o procreare. La sua biologia e fisiologia, ripercorrono ogni giorno, anno dopo anno, le tappe di un continuo processo di trasformazione, fortemente influenzato da numerosi fattori con cui è, seppur spesso inconsapevolmente, profondamente connessa, come la Luna, il clima, il cibo, ecc..
Un tempo alla guida di antichi popoli ed intere società matriarcali, esprimeva il suo potere nella cura della salute delle persone, nella lettura degli astri, nell’interpretazione dei sogni; era sibilla, curandera, maga… Ricopriva ruoli attivi di elevato prestigio. Di questo periodo ne è splendida testimonianza la Venere di Willendorf una statuetta paleolitica in pietra di color ocra risalente al 30.000-25.000 a.C., ritrovata agli inizi del 900 in Austria. Si colloca all’interno del culto della Madre Terra e del Femminile. Vulva e seni gonfi e pronunciati hanno un significato di prosperità, il colore rosso ocra archetipico della passione, rimanda al sangue mestruale che annunciava la rinnovata capacità della donna di poter dar seguito di nuovo alla vita e mettere così a freno la paura dell’oblio.
Ma in una società patriarcale come la nostra, il sangue è diventato simbolo di tabù, spesso legato ad un vissuto traumatico in fase adolescenziale che la giovane donna si è trovata a vivere durante il menarca, di cui crescendo diventa inconsapevole. Quello che un tempo era onorato e tramandato preziosamente di donna in donna, di madre in figlia, da nonna a nipote è stato coperto di vergogna e all’apice dell’espressione del proprio potere, quando la donna inizia a sanguinare, inizia anche a dimenticare.
Le pubblicità reclamizzano donne che vivono il ciclo mestruale con dolore, come un limite, un ostacolo che non permette loro di vivere a pieno la propria vita. Il rimedio è semplice: continuare a dimenticare. L’oblio è facilmente raggiungibile e a portata di mano grazie alla farmaceutica di sintesi, pratica e rapida soluzione, panacea di tutti i mali.
Tarata a misura d’uomo per rispondere alle richieste del mondo moderno, la donna ha indossato i pantaloni coprendo le sue “vergogne” e impersonificando il modello maschile in quasi tutti gli ambiti della vita. Perduta la capacità di prendersi cura in primis di sé stessa, è entrata nell’era della nuova sfida: riprendersi il proprio ruolo e superare l’uomo, creando il modello della donna odierna “Multitasking”.
Così, anziché rallentare e recuperare l’ascolto con il proprio corpo e il contatto con la propria anima, è nata la donna sempre super indaffarata, che non ha mai tempo per sé, impegnata a gestire la propria vita e quella degli altri dimenticandosi ancora una volta di sé stessa.
Ma l’anima è eterna e l’anima sa. Conosce il potere femminile e cerca costantemente di mandare immagini che descrivono una vita serena, piena, in salute e di gioia. Queste immagini però spesso si proiettano nel vissuto femminile creando divisione, dualismo tra ciò che la donna è e ciò che invece sente intimamente di essere. Disconoscersi è una delle conseguenze più frequenti per non affrontare il cambiamento, per non guardare in faccia i propri demoni e rimanere apparentemente serafica nella propria zona di comfort. Ma allora chi è oggi la donna?
Per scoprirlo è sufficiente ricorrere ad uno degli innumerevoli specialisti in salute e benessere che pullulano di competenze moderne. Counselor, couch, psicoterapisti, ginecologi sono i mezzi illusori a disposizione per tentare di gestire al meglio le problematiche affioranti dal vissuto dicotomico, causa di dolore, sofferenza e malattia.
L’Ayurveda, Scienza della vita, apre una “nuova” visione sul mondo femminile moderno, un’opportunità di recuperare antiche conoscenze in grado di riportare la donna al suo spirito osservazionale e intuitivo, attraverso cui poter tornare a rivolgere l’attenzione verso sé stessa, recuperando le proprie energie e la propria salute.
Sviluppare consapevolezza permette all’intuito di affiorare e al potere femminile di manifestarsi. Il potere di autoguarigione è uno dei primi ad emergere. Pratiche fisiche e spirituali ripetute ogni giorno fino a diventare una vera e propria routine, generano nel tempo una grande energia riportando la donna in equilibrio a plurimi livelli.
L’Ayurveda è considerato uno dei sistemi di cura naturale più antichi al mondo, attraverso i suoi meravigliosi rituali, la donna può prendersi cura di sé e della sua yoni (tradotto impropriamente dal sanscrito come apparato genitale) risolvendo spesso molti disturbi e patologie organiche.
Ad esempio osservare il ciclo lunare e connettersi a esso tramite pratiche di purificazione in preparazione della luna nera facilita l’efficacia delle cure detossificanti e intensifica la capacità di lasciare andare a livello spirituale e mentale.
Preparasi al ciclo mestruale con un’alimentazione leggera, osservare il riposo, evitare rapporti sessuali e l’uso di assorbenti interni durante il sangue riporta equilibrio nei disturbi mestruali come dolore e irregolarità.
Sintonizzarsi con i propri bisogni e con le proprie emozioni guida la donna nel sostenere la propria fertilità e femminilità, riducendo lo stress e inducendo serenità, pace interiore e tranquillità. Questi aspetti sono di grande importanza nella nostra vita, soprattutto se una donna si sta rendendo disponibile ad accogliere un’anima. Proprio per questo motivo l’Ayurveda aiuta a entrare dentro di sé, nel proprio centro, nella propria unicità e profondità per conoscere nuovi aspetti di sé stessi attraverso la pratica di tutti quei piccoli gesti quotidiani che hanno l’immenso potere di produrre cambiamento, trasformazione e guarigione.
Oggi a 45 anni appena compiuti, impegnata da tempo in un percorso, a volte tortuoso, di riscoperta e cura personale nato dall’esigenza di trovare la salute (in sanscrito Svastha che letteralmente significa essere stabile nel sé), posso affermare con assoluta certezza che la medicina ayurvedica, uno dei più antichi sistemi di cura naturale esistente al mondo e tutte le pratiche ad essa connesse, oltre ad essere potenti generatori di salute, sono in grado di accompagnarti in quel magico luogo dentro il tuo cuore, sede dell’anima, dove anche tu, come me, potrai finalmente percepire te stessa. Abbraccia il tuo essere donna. Prenditi cura di te attraverso l’Ayurveda.
Lucia Costa
lucia@mahajyotih.com