Una donna ciclica, sa esprimere al/alla partner quali sono i suoi bisogni, desideri e necessità.
Perché è in grado di distinguerli.
Una donna nel suo pieno potere personale, con le idee chiare e un cuore in connessione con l’ambiente circostante, è in grado di far vibrare il mondo in accordo con la natura…non può sbagliare, perché è connessa con l’esistenza intera.
Quando abbiamo smesso di essere tale potenza della natura?
Rispondo a questa domanda partendo dal continente indiano per poi abbracciare l’intero globo.
Lo Yoga conosciuto in Occidente è stato portato avanti prevalentemente da lignaggi maschili, quindi anche le pratiche riguardanti la donna sono state canalizzate e portate avanti dagli uomini; in maniera precisa e lineare.
Io e altre yogine praticanti nel mondo ci siamo poste delle domande:
Lo yoga, che come obiettivo finale ha solo l’illuminazione, ha senso per la donna e quindi per un nucleo familiare e per la comunità?
Ha senso seguire solo una verticalità che da qui ci porta verso la sorgente senza esplorare nessuna “curva di transizione”?
Diversi saggi della tradizione yogica in India hanno detto e tuttora dicono delle donne: la donna non ha bisogno di “fare” yoga, lei è naturalmente yoga, è portata all’illuminazione e alla conoscenza del sé…l’unica cosa che la porta fuori dallo “stare con quello che c’è”, è la curiosità…che continuamente la distoglie dal momento presente.
Indaghiamo insieme su questo punto.
Cos’è la curiosità?
E’ il desiderio di sapere e di vedere.
La curiosità è quella forza che ci muove a scoprire nuovi mondi.
La curiosità ci mette in gioco e stimola la creatività.
Possiamo differenziare due curiosità differenti:
- la curiosità che nasce da una insoddisfazione profonda che non si sazia mai e che fagocita in continuazione.
- la curiosità creativa che è alternata da saper stare nel silenzio della soddisfazione e sentire pace nel corpo e nella mente.
Nel primo caso abbiamo un costante bisogno di stimoli esterni, non siamo mai soddisfatte e non abbiamo gli strumenti per stare con quello che c’è…con quello che affiora dalla nostra intimità momento dopo momento. Questo può portare a rimanere intrappolate in una ruota infinita di bisogni, necessità e desideri non consapevoli che possono trasformarsi in innumerevoli e profonde dipendenze che sempre più ci allontaneranno dalla nostra autenticità in armonia con la natura.
Nella seconda ipotesi siamo pienamente connesse alla terra e siamo consapevoli di essere mistero dell’universo incarnato nel corpo. Lasciamo affiorare intuizioni in noi e la curiosità è proprio quel combustibile che fa si che vi sia un movimento a forma d’infinito che ci mette in constante relazione con l’ambiente circostante….lasciando andare il senso di separazione e facendoci sentire nel pieno flusso della vita in cui una sincronicità amorevole nutre questo movimento a forma di ∞ .
Ma quand’è che la curiosità ha smesso di essere sana e consapevole? Come è successo?
L’era del “vince il più forte”
Da migliaia di anni, con l’avvento del patriarcato, chi è più forte fisicamente ha il controllo e il monopolio delle situazioni, della famiglia e della società. In questo modo, la donna, e di conseguenza il femminile in ogni essere umano, ha dovuto adattarsi, perdere la propria autenticità, donare la propria capacità di “sentire” per i fini dei dominanti che le stavano attorno. Questo è successo perché non poteva più essere la stessa, non era “la più forte”, quindi ha dovuto trovare un nuovo modo di stare sulla Terra…adattarsi a qualcosa di poco naturale. Un adattamento che non è più legato all’ascolto delle proprie intuizioni e alla connessione con la propria ciclicità e alla ciclicità dell’universo.
Ma il fatto che la donna non ascolti più l’inesauribile connessione con la natura che ciclicamente le si muove dentro, non vuol dire che questa non si metta in atto e che non generi una potente forza.
Se qualcosa viene represso e quasi dimenticato dalla donna stessa, questo non vuol dire che prima o poi non affiori.
Infatti, proprio perché ciclicamente non riusciamo più a trattenere tutta la vita che ci si muove dentro, come una pentola a pressione, sfiatiamo in maniera brusca e a volte rumorosa.
E in un attimo, per controllare ed inscatolare il fatto, l’accadimento viene subito etichettato con diciture quali “isteria”, “sindrome premestruale”, ecc..
Ieri
Provando ad indagare…di cos’è che ci stiamo dimenticando, di cos’è che abbiamo paura nel contattare la saggezza dei nostri corpi?
La paura…
Qui in occidente, vari fattori han fatto si che le donne si allontanassero sempre più dalla ciclicità del corpo in connessione con la natura e una di queste è “la caccia alle streghe”.
C’è stato un terribile vuoto di esperienze e informazioni non tramandate da madre in figlia per generazioni; perché queste non erano spiegabili dalla classe dominante, non razionali e quindi pericolose.
E ancora oggi, dentro di noi, ci portiamo l’impronta della paura di essere noi stesse, di fidarci “di ciò che non si vede”, di essere autentiche.
Oggi
Ma donne appassionate in tutto il mondo, negli ultimi decenni, scelgono di ritornare alla ciclicità mostrando i denti e ululando alla luna. Chi in un modo e chi in un altro. Chi seguendo una tradizione e chi unendone varie. Chi a volte “provandoci” e chi a volte “azzeccandoci”.
Incarnata in questo meraviglioso corpo di donna, da diversi anni mi sto occupando di questo tema unendo le mie intuizioni con quelle di altre donne, le conoscenze che mi arrivano dalla tradizione di yoga e ayurveda e i più recenti studi dell’autoregolazione e delle neuroscienze.
Dodici archetipi legati al corpo dell’universo al femminile
Con un cerchio di ricerca di nome Irradia, composto da quattro donne che ululava alla luna ognuno a modo suo, abbiamo esplorato dodici archetipi che si susseguivano durante il mese nel ciclo mestruale (da notare che il ciclo mestruale non compare solo nel momento del sanguinamento, ma è presente tutto il mese). Negli anni ognuna di noi ha continuato ad esplorare e ad arricchire questi archetipi con diversi strumenti ed esperienze.
Qui di seguito un riassunto di alcune intuizioni esperite nel mio corpo e in quello di migliaia di donne che ho incontrato negli ultimi anni:
- Figlia – 1° chakra, subito dopo il sanguinamento, vitalità, poca consapevolezza cognitiva e grande potenziale energetico.
- Vergine – 1°- 2° chakra, la vitalità diventa più fine, relazione con il mondo esterno attraverso i 5 sensi, curiosità.
- Sorella di sangue – 1°- 2° chakra, reazioni e impulsi dati da chi è simile a me e che vibra con i miei stessi ormoni.
- Amante – 2° chakra, altro modo di vivere i sensi, sensualità in cui si flirta con la vita per un piacere molto connesso al corpo fisico.
- Madre – 3° chakra, ovulazione, sono pronta per qualcosa, prima vera “stabilità ormonale”, chiarezza per un progetto.
- Levatrice – 3°- 4° chakra, ho fatto esperienza di più progetti con consapevolezza. Ho l’impronta di queste esperienze nel corpo e sono quindi in grado di dar consigli al riguardo, con cuore.
- Amazzone – 3°- 4° chakra, necessità di voler diffondere “il verbo” ai quattro venti, a causa del contatto con una profonda verità che viene dall’esperienza personale del corpo e da una grande connessione con Madre Terra.
- Matriarca – 4° chakra, si crea uno spazio di silenzio interiore che dona stabilità, posso essere il centro della casa, niente mi scuote.
- Sacerdotessa – 5° chakra, sento in lontananza un campanellino che mi parla di altre dimensioni, un mondo invisibile, sento l’anelito a esplorare questa “nuova” strada a spirale.
- Strega – 5°- 6° chakra, maestria nella capacità di traghettare fra il mondo visibile e quello invisibile coloro che si sentono pronti/e per questo viaggio.
- Megera – 6° chakra, sento una forte chiamata interna, dopo un lungo periodo di disponibilità, mi ritiro simbolicamente (e forse fisicamente) in una casa nel bosco, con un cortile pieno di animali selvaggi, ma la porta è aperta.
- Donna Oscura – 7° chakra, sanguinamento, chiudo la porta della casa nel bosco e nell’oscurità esteriore, incontro la luce interiore.
Negli anni, rimanendo fedele a questa ciclicità e continuando a proporla negli incontri di consapevolezza al femminile, ho raggruppato questi dodici archetipi in quattro frequenze della Shakti dell’India, ispirata anche dall’iniziale e importante lavoro di Miranda Gray. Questo per poter dare un accenno di direzione a questa circolarità, affinchè non rimanga un cerchio chiuso, ma che si apra a vivere l’archetipo della spirale. Le correnti filosofiche e la cultura indiana da sempre provano a creare delle “soluzioni” per affrontare con cognizione e coraggio ciò che la natura ci porta ad incontrare, per volerci sostenere a non perderci nel chaos primordiale della tempesta della Shakti…che a volte può confonderci e destabilizzarci.
Le quattro frequenze della Shakti
Dopo un lungo approfondimento, ho presentato una “teoria” a diversi esperti in Yoga e Ayurveda, incluso a mio padre, vaidya ayurvedico e insegnante di yoga che ha accolto e integrato le mie/nostre intuizioni nel suo insegnamento, il Dr Atul Rakshe, segretario generale dell’International Ayurveda Association a Pune in India che, meravigliato e fiero, mi supporta in questa iniziativa raccontandomi di come le Maharaani (regine) in India portavano avanti pratiche segrete solo per donne.
Nascono così una teoria e delle pratiche circolari per poter connettersi consapevolmente alla frequenza che emaniamo ad ogni fase del ciclo e poterle vivere al meglio con il supporto di pratiche yogiche e di preparati ayurvedici.
Perché noi donne siamo spirale di universo incarnato e non ci è sempre facile seguire con costanza una pratica uguale tutti i giorni per il resto della vita.
La varietà e le sfumature che vivono in noi e che cambiano con gli ormoni ogni pochi giorni, hanno bisogno di essere incontrate, riconosciute e agevolate nella loro costante trasformazione.
Queste consapevolezze e pratiche possono essere vissute anche da sagge donne che entrano o sono già in meno pausa. In questo caso, dopo tanti anni di cicli legati strettamente all’individualità del proprio corpo, possiamo essere finalmente disponibili a ritornare gradualmente a vivere il ciclo della terra con la luna, lasciando andare un altro strato di “separazione” che ci può far sentire lontane dall’universo intero.
Qui di seguito una breve descrizione delle quattro frequenze della Shakti e delle semplici e potenti pratiche (dharana) per sviluppare ciò che ognuna di queste vibrazioni insegna:
- Parvati – Luna interiore Crescente – pre-ovulazione
Nella prima fase dopo il sanguinamento, dato che torniamo ad avere una grande quantità di energia dopo una fase di quiete data dal sangue, la frequenza di Parvati ci insegna a focalizzare l’energia senza disperderla.
Dharana: in un luogo tranquillo la sera accendi una candela e rimani al buio osservando la fiamma. Respira tranquillamente. Prova a non chiudere gli occhi. I pensieri arriveranno…più e più volte, non desistere, continua ad osservarla. Almeno per tre minuti. Poi chiudi gli occhi e osserva il negativo della fiamma che si presenterà nel tuo mondo interiore. Continua ad osservare quel puntino di luce finché non si dissolve. Una volta che non c’è più, stai un minuto “con quello che c’è”.
- Laxmi – Luna interiore Piena – ovulazione
Il nostro sistema organico è al momento pronto per mettere al mondo qualcosa: un bimbo, un progetto o un’opera d’arte. Le pratiche con un’intenzione indirizzata a Laxmi, la vibrazione del buon auspicio, imprime in noi un equilibrio tra il dare e il ricevere che si basa nell’abilità a rimanere integre. Ci insegna ad essere stabili nella nostra autenticità più profonda quando offriamo qualcosa al mondo esterno.
Dharana: Alla fermata dell’autobus o in treno, fai un respiro consapevole in tutta la colonna vertebrale, sii presente a te stessa. Immagina di essere Laxmi, l’abbondanza, che camminando, è in grado di benedire gli esseri viventi intorno a se, semplicemente con la propria presenza nel corpo.
- Durga – Luna interiore Calante – post ovulazione
Fase in cui ciò che ho “partorito” vuole essere condiviso e “spiegato”. L’insegnamento di Durga, con le sue mille braccia, ci ricorda che abbiamo mille armi per poter duellare con le nostre battaglie interiori ed esteriori, per poter fluire nella vita di tutti i giorni…cominciando a comprendere che non vi è una netta separazione tra mondo interno ed esterno.
Dharana: invoca la sua presenza prima di cominciare un progetto o per mettere i tuoi figli a fare i compiti. Respira in tutta la colonna vertebrale. Visualizza di essere connessa a tutte quegli angeli ed entità di luce intorno a te che son li solo per renderti il tuo compito sulla terra più facile, proprio come se avessi le mille braccia di Durga.
Recita per 9 volte Aum dum duragaye namaha
- Kali – Luna Nera – sanguinamento
Siamo alla fine del ciclo e con le pratiche nella frequenza di Kali ci prepariamo a lasciar andare ogni aspettativa, ambizione e giudizio per ritornare a vivere la qualità non duale della vita, la Pace, il Vuoto.
Dharana: in un luogo tranquillo, respira profondamente in tutta la colonna vertebrale e gradualmente visualizza un vasto e immenso cielo nero che emerge dalle tue vertebre. Ad ogni inspirazione questo cielo nero sale lungo la colonna vertebrale e si espande nel cielo. Ad ogni espirazione il cielo nero scende nella profondità della terra. Respira dentro e fuori questa oscurità. Rimani “con quello che c’è” per 3 minuti. Prima di riaprire gli occhi percepisci gli oggetti della stanza, i suoni e gli odori. Pian piano apri gli occhi, fa entrare luce e orienta il tuo sguardo ruotando il collo a destra e a sinistra ricordando a te stessa che sei in un luogo sicuro.
Un pizzico di consapevolezza e abbondante coraggio per risvegliare la ciclicità che vive in noi.
Per far si che le prossime generazioni possano avere già “un pezzetto fatto” e quindi dar loro la possibilità di vivere nel modo più meraviglioso e potente possibile.
Lo facciamo insieme?
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