Con quali emozioni abbracciare chi ha paura e trema, come stare con chi si sente frammentato? E come leggere chi scrive dal fronte. Alcune poesie arrivano dal confine, le parole arrivano, chi le ha scritte non c’è più. L’eterna discordia che sembra necessaria alla fede nel nulla. C’è un’umanità migrante, milioni di feriti a morte dalla Storia, e una continua ricerca di rifugio. E c’è il Progresso, questo mostro acefalo che si nutre del sangue della terra, la nostra ignoranza. Mostro di cui abbiamo talmente paura che preferiamo venerarlo. Ci chiediamo come si possano amare dei figli (o delle figlie) che uccidono la propria madre e poi ne stuprano il cadavere. Se è vero che siamo figli (e) della terra.

Gli sciamani resistono, hanno stomaci forti. Per quanto ancora? E poi, un maestro o un guaritore di una certa tradizione non può essere ricodificato in un’altra, non può svolgere la medesima funzione se sradicato. Ma possiamo imparare. Possiamo fare i conti con chi siamo, onorare le differenze, arricchendoci nel dare indietro. Noi che esportiamo democrazia, demagogia, o meglio tirannia -come sapeva bene Platone… abbiamo le mani bucate, le promesse ci sfuggono di mano. Potenziamo allora la nostra parte distruttiva, cerchiamo salvezza nelle macchine.

Matrika è uno spazio di resistenza, ospita orizzonti. Dove servono risposte collettive, c’è sempre un’emorragia di senso. Perdiamo memoria a velocità impressionante, più veloce possiamo spostarci nel mondo, meno ci riconosciamo. Proliferano le immagini su internet e scompare la memoria incarnata nelle specie animali e nelle piante che si estinguono, gli odori svaniscono, i piccoli gesti si atrofizzano, perdiamo esperienza. Siamo figli (e) della terra, sembra di essere alla sua veglia funebre, e da noi il lutto è un grande tabù.

Quando 500 anni fa l’unica caravella della spedizione di Magellano -nel 1522 rientrò in Spagna dopo tre anni, aveva circumnavigato il globo. Magellano era morto l’anno prima. Allora sì che ci rendemmo conto della potenza della Scienza occidentale. E del globo. La terra è tonda, e globalizzabile. Magellano era partito con una carta geografica che diceva ci fosse un passaggio, una carta geografica che conteneva in sé un’idea di mondo, un’idea di dominio sul mondo. Le carte geografiche non corrispondono al territorio, ma c’è qualcosa nella loro esistenza che parla di noi, una virtualità che ci racconta come siamo arrivati a ciò che siamo. Sembra che le prime carte geografiche trovate risalgano a 16.000 anni fa, specchierebbero alcune stelle del cielo.

Benjamin Ibry Bernstain e Arianna Battiston

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Matrika – Consciousness Development è un’esperienza di dialogo transculturale libera ed indipendente.

Rivista on line n°17 – Anno IX – Primo Semestrale 2024

Attività redazionale: Arianna Battiston, Benjamin Ibry, Glauco Piccione, Sara Massone, Gaia Dunya Rai, Andrea Staid,  Nadeshwari Joythimayananda, Marta Filippini, Carola Zerbone, Jerry Diamanti.

Editing: Jerry Diamanti

Web Design: Dr.9 Alberto Paolucci

Artwork di copertina: Nadeshwari Joythimayananda e Carola Zerbone

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