Il vento di Settembre nel Mediterraneo arriva con le prime mareggiate mentre le porte delle case sbattono, cigolano, stridono, assaggio di tempeste, onde che arriveranno a scuotere la terra, facendola tremare… Cieli che torneranno neri a fondersi, col Mistero, del mare.
E non sappiamo, più, se tornerà la neve.
Se gli aerei potranno continuare a volare, le rondini a disegnare cerchi nell’azzurro dei cieli agognando l’Africa e noi, comodamente seduti nei dehor delle città europee a fare aperitivi smart, chicchierare del più e del meno, oltraggiando la fame e la sete.
Non cercare qui la spiritualità. Non attraverso un vetro. Abbiamo bisogno di toccarci per sentire di essere vivi e mortali, di essere mondo.
Il senso del sacro, oggi, forse, ansima ancora nel petto degli ultimi orsi bianchi, stremati dalla fame e dal caldo, che scioglie i ghiacci, nei corpi rigidi dei delfini spiaggiati dalle montagne, di plastica, che hanno ingoiato; nei codici, nelle leggi, nelle deformità di vite abnegate alla società della catastrofe in atto. Quella sotto gli occhi di tutti.
Che nessuno vuole vedere.
E non ci saranno formule, rimedi, soluzioni se non rimettere in discussione Tutto.
Per primi noi stessi.
Qui, per Te, l’ennesimo dono.
Più simile al sapore dolce dell’uva matura in cui ogni acino, del grappolo, ha raccolto il sole, in modo unico ed irripetibile… Che ad un prodotto dell’industria della cultura che consuma.
Ognuna delle autrici, come ormai avviene ad ogni equinozio da 9 anni, offre un pezzo di se, uno scorcio, una prospettiva, un bagliore da varie parti del pianeta.
Ma…
C’è sempre un possibile rischio nell’ampliare la nostra consapevolezza… Il rischio di iniziare a vedere la Realtà in modo nuovo, di cogliere sensazioni che avremmo sempre voluto evitare, di iniziare forse a scalfire la superfice e cambiare i nostri pensieri, i nostri silenzi, i nostri respiri. La cosa peggiore che potrebbe accadere poi, potrebbe essere il sentire che i cambiamenti planetari non sono là fuori, ma li portiamo tutti in noi, addosso, in ogni singola cellula. Potremmo forse incarnarli come possibilità unica ed irripetibile di essere mondo, di trasformare il nostro modo di essere ed agire.
Non dimentichiamo che siamo animali, siamo state piante e prima ancora Universo
e saremo ancora
oltre la forma
trascesa la vita e la morte
insieme