“Il coraggio di sentire” – Introduzione a Matrika Consciousness Development N°15
Siamo pare dentro un’epica crisi dell’umanizzazione. Non ha più presa sul tessuto sociale quella potenza verticale o piramidale simbolica forte che ha spinto fino a qui la nostra immagine, l’ideale simbolico chiamato patriarcato ha esaurito le sue maschere (anche se viviamo ancora fra i suo resti putrefatti, fra avanzi puzzolenti e strascichi cadaverini). Siamo in cerca d’altro. C’è bisogno di cura, di attenzione, per creare diversa umanizzazione e non ricadere in nauseanti stereotipi, dicevano già Foucault e Nietzsche prima, con una decisa integrazione orizzontale del femminile. Già, perché non c’è soggettivazione che non sia femminile.
Risvegliati!
Di che cosa hai paura, umana? Di soffrire? Di amare? Di morire? Dimmi, cosa faresti senza il dolore? Cosa te ne faresti dei fiori? Che ne sai del buon cibo se non hai mai avuto paura? Che ne sai della musica se non ti spezza il cuore?
Incontriamoci al crocevia
Voglio raccontarvi una storia, ora ad un’altra fine di mondi. Potrebbe aiutarci a capire meglio queste domande – ma ancor di più, e lo spero, potrebbe darci lo spazio per scoprire luoghi che non conosciamo ancora. Questa è una storia di resistenza, libertà, perdita di speranza, e sull’arte queer del fallimento. È su ciò che accade quando le cose non funzionano come ci si aspettava. Quando la visibilità è bassa, quando ti vien detto di abbassare lo sguardo e di star giù. È una storia che parla di nerezza.
Tossica animica: intervista ad Altrove
E’ stato incredibilmente piacevole osservare la tenacia di questa meravigliosa donna che, da quando conosco, mette sul tavolo la sua vita, la sua storia, la sua non storia… Per poi balzarci sopra con leggiadria e danzarci a piedi nudi, disegnando un racconto che non è solo il suo, ma di tante persone che si possono riconoscere nel suo narrare. Perché Tossica Animica? Questo è sostanzialmente una specie di ossimoro… e quindi fin dal titolo cerco di comunicare la natura contraddittoria del dibattito sulle differenze. Come abbinare la tossicità all’anima? E ugualmente, come considerare due esseri umani diversi ma simili? Come si distribuisce il peso di ciò che ci accomuna e ciò che ci differenzia.
Ecologia incarnata
Nel verde. Un’ improvvisa leggerezza, linfa e senso di vertigine ascendente… Abbandonarmi vuoto, all’ebrezza dell’inconoscibile è, essere natura. Io sono l’albero, il territorio è in me. L’epidermide, i tessuti, le cellule delle mani vibrano come estensione della pianta, in intima fusione… E la realtà abitualmente pensata, pulsa, nel profondo, senza necessità di darsi nome.
Risvegliarsi
L’umanità sta affrontando i problemi della post-modernità, dall’inquinamento, dall’uso dell’acqua e dalle migrazioni, alla globalizzazione, alla mancanza di tempo, alla velocità, alla perdita di contatto con sé stessi, alla digitalizzazione, al riscaldamento globale, all’estinzione delle specie, alla finanza globale, all’inflazione informativa, all’importanza personale, all’ipertrofia della razionalità, alla competizione. La coscienza del consenso, attraverso la mente duale e il pensiero razionale, cerca una soluzione nel mondo materiale, una scelta che sembra essere giunta a un punto morto.
Il massaggio dell’anima
Il corpo si massaggia con le mani, l’anima con le parole, vero? Sembra che possiamo vivere in due mondi distinti, il mondo fisico con i sensi, i piaceri, i profumi. E il mondo immateriale, fatto di pensieri, ricordi, valori. Ma in realtà nell’essere umano i due mondi sono intrecciati. Sempre, anche quando non ce ne rendiamo conto. Un bambino che cade e piange sente la ferita fisica, ma è ferito anche nel suo ego e magari nella caduta si è rotto anche un suo giocattolo preferito. Questo bambino non solo sente un dolore fisico, ma sente crollare il suo mondo di sicurezze, ha sbagliato nel rapporto con l’ambiente esterno, non sa come colmare il vuoto della perdita, si sente magari in colpa o vuole colpire qualcosa. E per sistemare tutto vuole essere toccato da un familiare e rassicurato di essere integro e di essere amato. Vuole essere toccato in tutta la sua persona, non solo in un punto preciso. E spesso ci riesce. Le lacrime possono scorrere liberamente. Il dolore si attenua, il sorriso torna.
Essere donna con l’Ayurveda
L’immagine moderna della donna legata agli stereotipi della società attuale è responsabile di una visione distorta del femmineo. A partire da canoni fisici a quelli comportamentali, il gentil sesso o sesso femminile è canalizzato sin dai primi giorni di vita verso una depauperazione progressiva del suo aspetto naturale, anticamente connesso nell’immaginario collettivo alla prosperità e all’abbondanza, oggi invece rappresentato da concetti completamente antitetici come magrezza e mancanza di forma.
Il demone biologico
E’ arrivato, quel momento di cui ho sempre sentito parlare e che varie parti in me hanno silenziosamente temuto. Ne vorrei parlare in un modo forse poco lineare, per niente razionale, in termini di primordio. Una shakti (energia vitale) così potente che manda in tilt il sistema mente*corpo che ti ha contraddistinto fino ad ora. Un tornado chiamato vita, ti prende, t’ingoia e ti mastica senza fare domande. Da che avevi dei progetti, dei concetti e delle direzioni, che per il tuo cuore e per la tua mente avevano un senso definito ben percepito nel corpo… BAM!
Menopausa consapevole. Da Leader a Elder, radicata nel corpo
Questa è la traduzione italiana di un articolo che ho letto alla conferenza internazionale Dignified Menopause, nell’Autunno del 2021: From Embodied Leadership to embodied Eldership. Conscious Menopause at work Nell’accezione dell’articolo, “elder” è il ruolo di anziana portatrice di quella saggezza che si raggiunge con l’età. E’ arrivato il momento di condividere una nuova narrazione sul tema della menopausa. E soprattutto di rendere naturale la conversazione su questo tema. La menopausa non è una malattia, ma una transizione sana – e sacra – della vita.
Scrittura come impronta
Se penso alla presenza del mio corpo su questa terra lo immagino camminante. Se penso alle tracce, agli indizi, che esso ha lascito dietro di sé vedo a volte orme ed altre volte impronte. Le orme sono destinate a scomparire anche se possono essere ricalcate, viceversa le impronte possono essere utilizzate per l’identificazione come le impronte digitali e genetiche. Le impronte ci appartengono, sono tracce impresse di noi nel mondo. Per ottenere un’impronta dobbiamo imprimere una forza, metterci un’intenzione. L’immagine del premere lasciando un’impronta è facilmente evocabile, fertile di diversi significati: caratterizzante, diventa una chiave di lettura di noi.
Ayahuasca e cura del mondo: intervista a Piero Cipriano!
Da poche settimane è in libreria il nuovo libro di Piero Cipriano, “Ayahuasca e cura del mondo” uscito per Politi Seganfreddo Edizioni, un testo dirompente che arriva alle lettrici e ai lettori dopo una serie di volumi pubblicati da Piero, dove si era impegnato sistematicamente a demolire le certezze della psichiatria contemporanea, partendo proprio dalla sua esperienza diretta di medico che da anni passa le sue giornate nelle corsie degli ospedali. Questa pubblicazione non è più solo di critica dell’esistente, è lo sguardo oltre alla cura pensata in modo etnocentrato, è una via oltre le “nostre” certezze occidentali. In questo breve ma intenso libro l’autore unisce misticismo e cura psichiatrica e afferma che la differenza tra psicofarmaci e psichedelici è una falsa frontiera. Secondo Cipriano, è giunto il tempo, anche qui nella vecchia e malandata Europa di tentare la cura con e dell’Ayahuasca.
Ayahuasca nell´alto Putumayo: intervista al Taita Pablo
¨Ti vendo…¨ – risponde ridendo con voce profonda, allegra e sicura, l´anziano sciamano dalla pelle scura, scavata dal sole bruciante dell´equatore, alla mia ingenua richiesta – ¨Avrei piacere a visitare la tua comunita´ Taita…¨. Avevo anch´io il sorriso in bocca e nei miei occhi, credo, brillassero ancora calde le lacrime di commozione esplose alla visione interiore improvvisa di un fiume dalle acque tanniniche della verde e rigogliosa selva amazzonica. Quell´uomo, la cui eta´ poteva aggirarsi sulla settantina, aveva accompagnato per tutta la notte, insieme al vibrare ritmico delle stelle piu´ lucenti che ho mai visto in tutta la mia vita, l´esperienza con la pianta sacra.
Cantare per riconnettersi all’anima. Intervista a Ivana Cecoli ideatrice del Canto Curativo
La musica è la miglior medicina per l’anima, lo diceva Platone e l’ho sempre sentito anche io. Immagina tutte le persone suonare meravigliosi strumenti accordati che vibrano in armonia tra di loro. Ascolta. Senti nel tuo corpo la vibrazione che nasce da questo pensiero. Ogni essere vivente è musica. Ivana Cecoli nel suo libro “Il canto curativo” ci racconta che possiamo accordare noi stessi per risuonare al meglio. Il processo di accordatura, insieme a molte altre pratiche, che lei propone, è uno strumento di scoperta di sé ed evoluzione personale potente e profondo.
Sulla soglia
Domanda – Siamo sulla soglia di un enorme cambiamento di coscienza? Ci sarà una terza guerra mondiale? L´India tornerà alla monarchia? Cosa ha detto Swami Paramananda riguardo al futuro secondo il Piano Divino? Joydeep Maharaj – Stai ponendo la tua attenzione su segni sbagliati. Non siamo già nel bel mezzo di una guerra globale? Non sto parlando di Russia-Ucraina, Taiwan o Israele-Iran. Le modalità e la logistica della guerra sono cambiate in modo irriconoscibile. Non è più tra paesi, ¨razze¨ e religioni. È tra l’élite potente contro una parte dell’umanità che sta prendendo coscienza della verità. Il resto scorre con la marea a proprio rischio e pericolo.
Si tratta di storia del vedere
Quando mi chiedono quale è la mia professione e dico “Riabilitazione Visiva“, noto che la maggior parte delle volte le persone mi guarda con aria interrogativa. Cosa significa? Quando mai si è pensato di poter fare qualcosa per i propri occhi che non fosse la correzione ottica o la chirurgia? Ebbene si, si può fare molto, anzi moltissimo. La vista è il risultato di un complesso “sistema” che è strettamente connesso con gli altri sistemi del nostro organismo. La vista non è solo vedere o meno i 10 decimi alla tabella di controllo, chiamata Ottotipo bensì è una azione molto complessa che è molto ma molto di più.
Nuove modalità di socializzazione: vivere l’esperienza di un concerto in casa con “le Riciclette”
Un sabato sera di febbraio con alcune amiche abbiamo avuto la fortuna di essere invitate ad ascoltare un concerto in casa. Quella di Annika e Fabio è una delle antiche case di una piccola frazione sopra a Domodossola, costruita tra le montagne e con le montagne, tutta forte di pietra fuori e calda di legno e accoglienza dentro. È grande e siamo insieme ad una trentina di persone ma le Riciclette si esibiscono anche in case piccole e ovunque ci sía abbastanza calore da farle arrivare. Prima del concerto si condivide il buffet fatto dai piatti portati da tutti e dopo il concerto si fa girare il cappello per raccogliere le offerte… e poi si continua finchè se ne ha voglia, tra cibo, vino, abbracci e sorrisi… dopo l’esibizione l’atmosfera è completamente cambiata e sembra di conoscere tutti i presenti.